Orario estivo: 10.30 – 19.00 | Ultimo ingresso: 17.30 | Biglietteria aperta fino alle 17.30

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Busto neo-egizio di Antinoo in veste di Osiride

Scultore Déco del XX secolo
XX secolo, Marmo nero

Antinoo fu un giovane dalle splendide fattezze, originario della Bitinia, del quale si innamorò l’imperatore romano Adriano che lo condusse con sé a Roma e lo fece partecipe di molti suoi viaggi. Durante uno di essi, in Egitto, lo sfortunato amante annegò nel Nilo e Adriano, profondamente colpito dalla perdita, fondò una città approssimativamente nel luogo della tragedia e fece erigere una tomba-tempio dell’amato giovane. I sacerdoti egizi, dietro suggestione di Adriano, divinizzarono il giovane rappresentandolo come Osiride, il dio rinato dalle acque sacre del Nilo. Il sontuoso marmo in questione riproduce le fattezze dell’Antinoo scolpito rinvenuto nel 1740, opera che venne donata a Benedetto XIV e collocata nel Museo Capitolino; sottratto da Napoleone che lo espose al Louvre, dopo la restituzione l’opera fu trasferita al Museo egizio del Vaticano nel 1838. Durante il periodo di cattività francese l’opera fu più volte copiata e reinterpretata dagli scultori, stante la valenza iconica ormai acquisita nei secoli dall’effigie del giovane, paradigma della bellezza e del suo potere; questa splendida copia, che deve molto del suo fascino intenso alla preziosità della materia, il marmo nero di particolare lucentezza, si può far risalire con ogni plausibilità agli inizi del XX secolo, e mostra, rispetto al prototipo, un accentuato senso di malinconia.