Orario estivo: 10.30 – 19.00 | Ultimo ingresso: 17.30 | Biglietteria aperta fino alle 17.30

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Ballerine, sculture crisoelefantine di epoca Déco

Artisti vari
XX secolo (1920-1930), Bronzo e avorio

Le statuette criselefantine hanno una storia legata alla formazione dell’impero coloniale belga e allo sfruttamento delle risorse minerarie del Congo. Alla fine dell’Ottocento dal Congo vennero importati minerali, legni preziosi e grandi quantità di avorio; l’impiego di questi materiali risultò assai difficile e il governo belga cercò in ogni modo di sostenerlo, mettendo a disposizione degli artisti i pezzi più belli gratuitamente. A poco a poco venne riesumata una tecnica, già in uso nella Grecia di Fidia e di Policleto, che consentiva, anche nella statuaria di grandi dimensioni, l’impiego dell’avorio unito all’oro: il primo per modellare il viso e le membra, il secondo per le parti coperte da pepli e per gli ornamenti. L’effetto che ne derivava conferì alle statuette al tempo stesso vita terrena e verosimiglianza, opulenza e astrazione divina. L'iconografia simbolista alimentò la scultura a piccole dimensioni di numerosi artisti; molte delle opere qui esposte portano la firma di Demetre Chiparus, il più importante fra gli artisti che si dedicarono a questo genere di statuaria. Nacque in Romania ma si trasferì ben presto a Parigi dove, in accordo con la cultura déco, iniziò la produzione delle sue numerose ballerine colte durante passi di danza in tutta la loro teatralità gestuale. Le statuette criselefantine prodotte nel primo ventennio del Novecento erano quasi sempre figure di donne riprese dal balletto e dal music hall, ma spesso si trovano in veste di Arlecchino, Pierrot, Colombina, amazzoni, giocolieri e clown.